2. I meccanismi dell’evoluzione

2 I meccanismi dell’evoluzione

Il processo evolutivo durato 4 miliardi di anni ha dato origine a tutti gli organismi a partire da un lontano progenitore comune. Questa idea si è fatta strada circa 160 anni fa, grazie alla teoria del naturalista Charles Darwin, che è riuscito a spiegare i meccanismi attraverso i quali le specie viventi si evolvono nel tempo adattandosi all’ambiente e si trasformano generando, a lungo andare, specie diverse.


Quali sono i “meccanismi” dell’evoluzione?
Analizza, nelle illustrazioni in basso, il caso di una popolazione di conigli selvatici. All’interno della popolazione gli individui sono tutti simili, ma presentano casualmente una certa variabilità nelle loro caratteristiche ( a ): possono avere pelliccia chiara, scura o chiazzata, zampe più o meno lunghe, udito, olfatto e vista più o meno sviluppati, diversa resistenza alle malattie. Alcuni di questi caratteri possono rivelarsi vantaggiosi in un determinato ambiente, altri svantaggiosi. Ad esempio, possedere zampe lunghe può costituire un vantaggio per evitare di essere catturati dai predatori. Per poter sopravvivere e riprodursi, i conigli dovranno confrontarsi con l’ambiente: la disponibilità di cibo, di acqua, di spazio, di ripari, la presenza di predatori, di virus e batteri responsabili di malattie, il clima sono fattori limitanti la crescita numerica della popolazione. Senza tali limiti dati dall’ambiente la popolazione aumenterebbe all’infinito. Si instaura perciò una lotta per la sopravvivenza, durante la quale l’ambiente seleziona gli organismi che presentano i caratteri più adatti, mentre gli altri soccombono ( b ). I sopravvissuti potranno riprodursi e generare figli con gli stessi caratteri. Nel tempo i caratteri vantaggiosi per quel determinato ambiente si “accumulano” e si conservano nella specie, che si diversifica ed evolve ( c ).

a Variabilità nella stessa specie: conigli con zampe corte e conigli con zampe lunghe.
b Lotta per la sopravvivenza: gli individui con zampe lunghe sopravvivono ai predatori.
c Trasmissione del carattere vantaggioso ai figli: famiglia di conigli a zampe lunghe.

Il meccanismo descritto è stato chiamato da Darwin selezione naturale, ed è la capacità che ha l’ambiente di scegliere i caratteri dei viventi che lo popolano. La selezione naturale opera su una variabilità di caratteri presenti casualmente all’interno della specie e favorisce la sopravvivenza degli organismi portatori dei caratteri più vantaggiosi in un determinato ambiente. A lungo andare la selezione naturale porta alla formazione di una nuova specie con caratteri diversi da quelli della specie di partenza. È raro che un carattere sia di per sé sempre vantaggioso o sempre svantaggioso: se l’ambiente improvvisamente cambia, il vantaggio di un carattere può ribaltarsi.
Che cosa accade agli organismi quando l’ambiente di vita cambia?
Analizza il caso della falena che è diventato un esempio di selezione naturale. La Biston betularia è una farfalla notturna che vive sui tronchi delle betulle. Fino al 1845, nella zona di Manchester, in Inghilterra, tutti gli esemplari di Biston betularia erano di colore bianco, perfettamente adatti a mimetizzarsi tra i licheni di colore chiaro che vivevano sulle betulle. In quell’anno “comparve” il primo esemplare di farfalla nera. Con l’avvento della rivoluzione industriale, nella zona cominciarono a vedersi sempre più farfalle nere e ben presto il numero delle bianche diminuì drasticamente. Come si può spiegare il fenomeno? Nella popolazione di farfalle di Manchester, il carattere “colore nero” esisteva già prima della rivoluzione industriale, ma sui tronchi chiari, in un ambiente non inquinato, le farfalle nere risultavano molto più visibili di quelle bianche e gli uccelli le individuavano e mangiavano facilmente ( 14 ). Quando i tronchi delle betulle diventarono scuri a causa dell’inquinamento, il carattere “colore nero” emerse nella popolazione di farfalle e diventò molto frequente, perché più favorevole al mimetismo in un ambiente inquinato ( 15 ). Un cambiamento delle condizioni ambientali può dunque far emergere i caratteri “nascosti”, favorire la sopravvivenza degli organismi portatori del carattere adatto al nuovo ambiente ed eliminare gli altri. In questo modo si modificano i caratteri della specie e nel tempo se ne può formare una nuova.

14 1845, ambiente non inquinato e licheni chiari: 90% di farfalle bianche.
15 1895, ambiente inquinato e tronchi scuri: 90% di farfalle nere.

per saperne di più

I fossili viventi

Il ritrovamento di alcuni esemplari di organismi che si ritenevano ormai estinti può essere erroneamente considerato una prova contraria all’evoluzione. Si sa infatti che esistono ancora alcuni rappresentanti di gruppi antichi, ormai estinti, chiamati fossili viventi. I fossili viventi mostrano caratteristiche molto primitive e sembra che non abbiano subito l’effetto della selezione naturale, ma siano rimasti quasi identici ai loro progenitori. Nelle fotografie sono rappresentati i più noti fossili viventi.


Gli studiosi ritengono che l’esistenza dei fossili viventi sia dovuta alle particolari condizioni dei loro ambienti di vita, che non subiscono cambiamenti significativi e nei quali le specie sono perfettamente adattate. In questi casi la selezione naturale impedisce le variazioni all’interno della popolazione e ha un effetto stabilizzante. Un’altra ipotesi per spiegare l’esistenza di questi esseri primitivi potrebbe essere da cercare nella capacità di sopravvivere in ambienti diversi senza subire grandi variazioni.

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