2. Istinto e apprendimento

2 Istinto e apprendimento

I comportamenti degli animali possono essere istintivi o appresi.


Che cosa s’intende per comportamento istintivo?
E per comportamento appreso?
Osserva e analizza i comportamenti illustrati. Appena nati i piccoli di molte specie di uccelli spalancano il becco per richiedere cibo ( 9 ). Il rospo, come la rana, emette la lingua per afferrare la preda (10). Ogni specie di ragno costruisce un certo tipo di tela senza bisogno di imparare a farla ( 11 ). Un giovane scoiattolo dopo aver fatto un po’ di prove impara a rompere la noce nei punti in cui il guscio è più sottile (12). Un gruppo di scimmie ha imparato a lavare le patate nell’acqua di mare per renderle più saporite (13). La maggior parte degli uccelli sa volare e ogni specie canta con un suo canto tipico (14).
Nei casi delle immgini 9, 10 e 11 è come se l’animale fosse stato programmato sin dalla nascita per compiere determinate azioni: si tratta di comportamenti istintivi. Per comportamento istintivo (o innato) si intende una serie di azioni che si manifestano senza bisogno di essere apprese perché vengono ereditate dai genitori proprio come si ereditano le caratteristiche fisiche. I comportamenti istintivi sono in genere legati a funzioni vitali essenziali e sarebbe molto “rischioso” per l’animale perdere tempo a impararli dopo la nascita. Sono comportamenti istintivi anche le cure parentali che i genitori attuano nei confronti dei piccoli, il corteggiamento, le migrazioni, la difesa del territorio.

I casi delle immagini 12 e 13 sono esempi di comportamento appreso. Non sempre è facile distinguere un comportamento istintivo da uno appreso, perché non è possibile eliminare del tutto l’influenza dell’ambiente e dell’apprendimento da qualsiasi comportamento. Nel caso del volo e del canto degli uccelli (immagine 14), gli etologi hanno compiuto degli esperimenti per capire se si tratta di comportamenti istintivi o se invece i piccoli imparano dai genitori o da altri adulti: alcuni uccelli sono stati tenuti in isolamento dal momento della nascita e in età adulta, una volta liberati, si è visto che sapevano volare e cantare. Il canto tipico della specie però era come semplificato, con le “strofe” canore in ordine diverso rispetto a quelle cantate dagli uccelli cresciuti con i genitori. Il volo perciò è un comportamento istintivo; nel canto invece c’è sia una componente istintiva sia una componente modificata con l’apprendimento. L’apprendimento è un processo che permette agli animali di cambiare i loro comportamenti rendendoli più flessibili e adattabili alle nuove situazioni. I comportamenti appresi non si ereditano dai genitori, ma esiste una capacità di apprendimento tipica per ogni specie, tanto maggiore quanto più è evoluta la specie stessa: negli esseri umani tale capacità è sviluppatissima.


2.1 Diversi modi per apprendere

Prova a chiederti come hai fatto a imparare a parlare quando eri piccolo, oppure come fai a risolvere un problema. Sicuramente avrai risposto che “imitare” le persone adulte è importante ma anche avere la giusta intuizione, ragionare e fare esperienza.

Come fanno gli animali a imparare un nuovo comportamento?
È famoso il caso delle cinciallegre di un paese vicino a Londra, che avevano imparato a bucare con il becco il tappo delle bottiglie di latte per poterne bere la crema (15). Una cinciallegra deve aver casualmente scoperto questa tecnica e le altre della popolazione la imitarono subito. Il comportamento è diventato patrimonio comune di tutto il gruppo di cinciallegre perché decisamente vantaggioso. Gli etologi definiscono questo modo di apprendere imitazione. I fringuelli delle isole Galápagos imparano a estrarre gli insetti dalle cortecce degli alberi usando un ramoscello (16). I primi tentativi vanno a vuoto ma poi, provando e riprovando, i fringuelli diventano esperti e non si lasciano più sfuggire nessun insetto. Questo modo di apprendere è detto prove ed errori ed è basato sulle esperienze, sia positive sia negative.


Un cane tutte le volte che vede il guinzaglio comincia ad agitarsi perché lo associa all’uscita da casa ( 17 ). Il cane impara in questo caso per associazione o condizionamento. In laboratorio sono stati condotti molti esperimenti di condizionamento di animali anche semplici come i polpi: a essi veniva offerto un granchio con una pinza per farli uscire dalla tana; dopo poco tempo i polpi impararono a uscire dalla tana anche solo alla vista della pinza. Anche l’uomo è soggetto al condizionamento: pensa ai messaggi enunciati dalla pubblicità.


Un vecchio spaventapasseri dopo un po’ non fa più paura, perché gli uccelli si accorgono che non reca danno a nessuno, si abituano alla sua presenza e lo ignorano (18). Uno stimolo che si ripete sempre uguale e che non porta né danni né vantaggi non provoca più nessuna reazione. È quello che capita anche agli esseri umani quando abitano in una zona molto rumorosa: dopo un po’ non sentono più il rumore della strada perché vi si abituano. Questo tipo di apprendimento è detto assuefazione o abitudine.
Uno scimpanzé ha imparato a utilizzare una robusta pietra per rompere delle noci (19); di fronte a un problema pratico l’animale riesce a progettare una strategia per risolverlo. Si tratta di una forma di apprendimento tipica delle scimmie e degli umani e viene detta intuito. L’apprendimento di un comportamento può quindi avvenire attraverso diverse modalità: per imitazione, per prove ed errori, per associazione, per assuefazione e per intuito.

2.2 L’imprinting

Ci sono delle conoscenze che sono talmente importanti per la sopravvivenza della specie da rimanere impresse nel cervello subito dopo la nascita e per tutta la vita. Si tratta delle conoscenze che alcune specie apprendono per imprinting.
Che cos’è l’imprinting?
I pulcini di oca, anatra, pollo, tacchino che appena nati sono già capaci di comunicare e nuotare, si mettono subito a seguire la loro madre, non la perdono mai di vista e la riconoscono tra tante altre madri della stessa specie. L’etologo Konrad Lorenz dimostrò con un famoso esperimento che il piccolo di oca selvatica segue il primo oggetto o persona in movimento che vede nei momenti seguenti la sua nascita, considerandolo per sempre come madre. Lorenz stesso era diventato “madre” di alcune ochette che lo avevano visto subito dopo la schiusa delle uova (20). Il termine inglese imprinting, che significa “imprimere”, indica dunque una forma di apprendimento precoce che avviene solo in un periodo di tempo limitato, nelle prime ore di vita, e non può essere modificata. Naturalmente è ben difficile che i piccoli degli animali siano “impressionati” da persone o cose che non siano i loro genitori. Attraverso l’imprinting, gli uccelli e altri animali imparano a riconoscere la loro madre ma anche a farsi un’idea di come sono fatti i loro simili, conoscenza molto utile per sopravvivere ( 21).

20 Lorenz con l’ochetta Martina e con altre oche da lui “imprintate”.
21 Anatra con pulcini “imprintati” dalla madre.

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