3. Come è fatto un suolo

3 Come è fatto un suolo

Quando hai analizzato i componenti del suolo sei partito dall’osservazione di un piccolo scavo; talvolta però può capitare di trovare ai margini di una strada uno spaccato profondo verticale in cui si possono osservare tutti i diversi strati che costituiscono un suolo. Tali strati sono chiamati orizzonti e il loro insieme è chiamato profilo di un suolo.


Come è fatto il profilo di un suolo?
Procedendo dall’alto verso il basso si individuano:
- orizzonte O: è la lettiera, lo strato più esterno nel quale gli organismi morti si accumulano;
- orizzonte A: è lo strato di humus, soffice e poroso, costituito da materiale organico in decomposizione; ospita vegetali e animali;
- orizzonte B: è lo strato dei minerali; può contenere ghiaia, sabbia, argilla e i sali minerali trascinati verso il basso dall’acqua circolante; può contenere un po’ di humus ed essere raggiunto dalle radici degli alberi;
- orizzonte C: è lo strato di roccia frammentata derivata dalla disgregazione della roccia madre;
- orizzonte D: è la roccia madre inalterata da cui prende origine il suolo.
Lo spessore, la composizione, il colore di vari orizzonti non sono sempre gli stessi per ogni suolo, ma cambiano a seconda delle zone, del clima e del tipo di roccia madre.
Ogni suolo quindi presenta caratteristiche diverse.


Quali sono le caratteristiche fisiche di un suolo?
Avrai sicuramente notato che non tutti i suoli hanno lo stesso colore; alcuni sono marroni scuri, altri grigi, altri rossicci, altri giallastri; il colore di un suolo può darti delle informazioni su molte altre caratteristiche del suolo, sia fisiche sia chimiche.

3.1 La tessitura

Una caratteristica fisica del suolo è la tessitura, o grana, che indica quale tipo di granuli sono presenti in prevalenza: può capitare infatti che un suolo sia formato da una grande quantità di granuli di sabbia e poca argilla o che contenga molto humus e poca ghiaia e così via. Per misurare quanta ghiaia, sabbia, limo, argilla e humus ci sono in un suolo occorre mescolare un campione del terreno e farlo depositare sul fondo del recipiente in modo che i vari componenti si separino. La tecnica da usare è la sedimentazione (14). La distribuzione in percentuale dei vari tipi di granuli permette di classificare i suoli in: ghiaioso, sabbioso, limoso, argilloso, humoso.

3.2 La porosità

La porosità è strettamente legata alla tessitura. Osserva i disegni (15). In un terreno, tra un granulo e gli altri, esistono degli spazi che possono essere occupati dall’aria e dall’acqua:
- se i granuli hanno grandi dimensioni, come nel caso della ghiaia, sono grandi anche gli spazi tra essi a ;
- se i granuli hanno dimensioni minori, come nel caso della sabbia, anche gli spazi tra essi saranno più piccoli b .
Più c’è spazio tra i granuli, più aria e acqua possono essere contenute. Questa caratteristica del suolo è detta porosità e indica il volume complessivo degli spazi vuoti presenti. Naturalmente la quantità di acqua influenza quella dell’aria: nei pori in cui c’è acqua non c’è aria e viceversa. Un terreno è più adatto alla vita degli organismi quando nella metà circa dei suoi pori circola acqua e nella restante metà circola aria.

3.3 La permeabilità

Anche la permeabilità è legata alle altre caratteristiche fisiche del suolo. Avrai notato che, dopo la pioggia, l’acqua in alcuni terreni scompare velocemente, in altri ristagna e forma sulla superficie delle pozzanghere. Perché? Nell’esperimento illustrato (16) si versa sulla stessa quantità di sabbia, argilla e terriccio da vasi la stessa quantità di acqua; si misura, per ciascun campione, la quantità di acqua filtrata che si raccoglie nel recipiente e si registra, leggendolo sul cronometro, il tempo impiegato dall’acqua per filtrare. I risultati dimostrano che la sabbia lascia passare più velocemente l’acqua, l’argilla ne trattiene di più, il terriccio da vasi ha una composizione mista e quindi ha caratteristiche intermedie tra gli altri due campioni. Un terreno che si fa attraversare dall’acqua facilmente e in breve tempo si definisce permeabile. La permeabilità è la capacità di un terreno di farsi attraversare dall’acqua e dipende dalla porosità: maggiore è la porosità, maggiore sarà la permeabilità. I terreni ghiaiosi e sabbiosi sono permeabili, mentre quelli argillosi sono impermeabili. Strettamente collegata a queste due caratteristiche è anche la capacità di trattenere l’acqua: se un terreno è impermeabile resterà più a lungo inzuppato, mentre se è permeabile si asciugherà facilmente e rapidamente.

Quali sono le caratteristiche chimiche di un suolo?
A seconda delle sostanze chimiche di cui sono composti i granuli minerali, i terreni vengono classificati in calcarei e silicei. Un suolo calcareo ha granuli di carbonato di calcio, una sostanza contenuta anche nelle ossa e nel guscio delle uova. Il carbonato di calcio si può riconoscere attraverso una semplice prova: dopo aver messo un po’ di terreno in una provetta si aggiunge lentamente qualche goccia di acido cloridrico (bisogna fare molta attenzione: è corrosivo!). Il carbonato di calcio reagisce con l’acido cloridrico e sviluppa effervescenza dovuta al formarsi di anidride carbonica. Un terreno è calcareo se dà effervescenza con l’acido cloridrico ( 17 ). Un suolo siliceo invece è costituito da minerali del silicio che hanno una durezza tale da riuscire a rigare il vetro. Si può riconoscere un suolo siliceo mettendone un pizzico su un vetrino e facendogli scorrere sopra un altro vetrino (18).

Le caratteristiche del suolo influenzano la vita delle piante?
La vita delle piante dipende dalle caratteristiche fisiche del terreno. Un buon terreno dovrà essere poroso e permeabile, ma non troppo, per evitare che si asciughi completamente, e trattenere acqua, ma non troppa, per evitare che le radici marciscano: dovrà cioè avere le diverse caratteristiche nel giusto equilibrio. Alcuni vegetali, però, come patate, carote e piante grasse, vivono bene in terreni sabbiosi e permeabili; altri, come riso, frumento e granoturco, prediligono terreni argillosi e impermeabili: dipende dal tipo di radice e da come la pianta stessa trattiene acqua. Anche le caratteristiche chimiche di un suolo sono importanti per le piante: l’ulivo, la vite, le leguminose sono adatti a vivere in terreni calcarei; il mirtillo, il rododendro (19), il castagno vivono bene in terreni silicei.

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