4. L’aria si muove: i venti

4 L’aria si muove: i venti

Il vento è una massa d’aria in movimento orizzontale; l’energia che mette in moto l’aria proviene dal Sole che riscalda la superficie terrestre che, a sua volta, riscalda l’aria.

Perché si forma il vento?
Osserva lo schema (13 ). Se in due posti diversi della Terra si ha nello stesso momento una diminuzione di temperatura nel primo e un aumento di temperatura nel secondo, succede che si formano due zone a pressione diversa: dove la temperatura diminuisce si forma una zona di alta pressione (o anticiclonica), dove la temperatura aumenta si forma una zona di bassa pressione (o ciclonica). Nella zona anticiclonica l’aria fredda, più pesante, scende al suolo; nella zona ciclonica l’aria calda, più leggera, sale in quota e lascia il “posto” all’aria fredda che spostandosi forma il vento. A bassa quota il vento soffia perciò sempre da una zona anticiclonica a una ciclonica. Ad alta quota l’aria calda si raffredda e si sposta verso la zona di alta pressione. Gli spostamenti di aria che si creano tra le due zone a pressione diversa sono moti convettivi che avvengono per la convezione del calore e formano un anello chiuso, chiamato cella convettiva. Il vento è dunque causato dalla differenza di temperatura e pressione tra due zone confinanti e serve a portare equilibrio tra esse.

Quali sono le caratteristiche dei venti?
I venti sono caratterizzati dalla velocità e dalla direzione.
- La velocità si esprime in m/s o km/h o in nodi (circa 2 km/h); viene misurata con l’anemometro (14). Una scala utilizzata per indicare la velocità dei venti è la scala di Beaufort (15) che classifica i venti in base agli effetti provocati in 12 gradi di intensità crescente.
- La direzione indica la provenienza del vento riferita ai punti cardinali. Si può determinare attraverso l’anemoscopio (16), che può essere anche la comune banderuola che puoi vedere sui tetti di alcune case o la manica a vento ( 17 ), usata negli aeroporti.

15 La scala di Beaufort serve per classificare i venti in base a velocità ed effetti

17 Manica a vento sulla pista di un aeroporto.

Come possono essere classificati i venti?
I venti vengono classificati in base alla loro direzione (18) .
- I venti costanti spirano sempre nella stessa direzione e sono tipici di alcune zone della Terra. Sono i venti polari, i venti occidentali e gli alisei. Si formano a causa delle celle convettive stabili che esistono tra Polo Nord e Circolo polare, tra Circolo polare e Tropico del cancro, tra Tropico del cancro ed Equatore. Celle convettive analoghe esistono anche nell’emisfero Sud della Terra, dove si ritrovano gli stessi venti.
- I venti periodici mantengono una direzione costante ma cambiano verso periodicamente. Sono i monsoni, che soffiano in India e nell’Asia sudoccidentale e cambiano verso ogni sei mesi, e le brezze, che soffiano sulle coste del mare e nelle valli montane e cambiano verso giornalmente. Il meccanismo di formazione di tali venti è sempre lo stesso: richiede due zone a riscaldamento diverso, una di bassa pressione e una di alta pressione. Gli schemi illustrano come nascono la brezza di mare e la brezza di terra. Al mattino il terreno si riscalda più rapidamente del mare; si forma una zona di bassa pressione sulla costa e una di alta pressione sul mare: dal mare alla terra, a bassa quota, spira la brezza di mare (19). Di sera il terreno si raffredda più rapidamente del mare; si forma una zona di alta pressione sulla costa e una di bassa pressione sul mare: dalla terra al mare, a bassa quota, spira la brezza di terra (20).
- I venti variabili hanno un andamento irregolare; sono venti locali, legati a particolari condizioni atmosferiche, come quelli che spirano nel mare Mediterraneo e quindi sull’Italia, come il maestrale, il phön, la bora, la tramontana, lo scirocco, il libeccio, il grecale…


HAI CAPITO CHE...

In base alla direzione in cui soffiano, i venti si classificano in:
- costanti: spirano sempre nella stessa direzione (venti polari, venti occidentali, alisei);
- periodici: cambiano verso periodicamente (monsoni, brezze);
- variabili: hanno andamento irregolare (maestrale, phön, bora, tramontana, scirocco, libeccio, grecale).

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Venti locali sull’Italia

I venti locali che spirano sull’Italia sono quelli che interessano tutto il mar Mediterraneo. Hanno nomi particolari che possono indicare il loro Paese di origine, come il grecale (Grecia), il libeccio (Libia), lo scirocco (Siria) o il punto cardinale da cui provengono rispetto alla rosa dei venti.
- Il föhn, o favonio, è un vento caldo che in Italia interessa i versanti meridionali delle Alpi. È determinato da masse d’aria provenienti da nord che, risalendo il versante settentrionale delle Alpi, scaricano l’umidità sotto forma di pioggia o neve e, arrivate sul versante italiano, lo percorrono in discesa. Lungo il percorso, il vento ormai secco si riscalda notevolmente, causando spesso slavine e incendi. 
- La bora è un vento freddo che spira dall’Europa centro-orientale all’Adriatico con velocità fino a 150 km/h. Imperversa nella zona di Trieste, poi si attenua e arriva in Toscana e nel Lazio, dove è conosciuto con il nome di tramontana. 
- Il mistral, o maestrale, spira dal Massiccio Centrale francese fino alla Liguria e alla Toscana; è un vento freddo e secco e può raggiungere la velocità di 100 km/h. 
- Il grecale proviene da nord-est e soffia sulle coste centro-meridionali. 
- Il libeccio è un vento caldo umido che soffia da sud-ovest; interessa soprattutto le coste tirreniche dove porta precipitazioni. 
- Lo scirocco è un vento caldo di sudest; è secco in Sicilia, ma salendo lungo la penisola si carica di umidità e porta precipitazioni.

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